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Esploratori amanti del trekking

Vivi la tua esperienza

I verdi boschi dell'entroterra Ligure e i panorami mozzafiato a picco sul mare

Se siete amanti del Trekking e non avete mai esplorato i “monti del Paradiso” siete nel posto giusto!
Il LookyHotel è posizionato sulle alture di Sori, punto di partenza per molti percorsi di varie difficoltà e lunghezza per escursionisti o semplicemente per passeggiare nella natura.

Il Looky Hotel mette a disposizione un accompagnatore che vi farà scoprire i percorsi più adatti alle vostre esigenze, contattateci per i prezzi e le modalità del servizio.

I percorsi consigliati da

Anello del Bado
Case Becco | Bado | Colle del Bado | Croce del Fò | Case Becco

tempo percorrenza: 2h 50'
distanza: 6,52 Km
dislivello: 530 m

Percorso breve ma intenso, sui panoramici territori di crinale.
Partendo da Case Becco individuiamo il segnavia tre pallini rossi disposti a triangolo e saliamo, in mezzo alle eriche, il ripido crinale del monte Becco. Dopo circa 160 metri di dislivello raggiungiamo una anticima, e, poco
dopo, l'effettiva vetta. In questo punto nel 1800 si sono consumate tragiche vicende tra le truppe napoleoniche, alleate di Genova, e l'esercito austriaco, alleato dei fontanini. Le ripide balze del Monte Becco che guardano verso levante sono infatti conosciute come "Ria dei Mille Morti". Nei pressi del sentiero si scorgono ancora alcune trincee ed una piccola galleria in cui pare venisse nascosto un cannone. Seguendo il crinale tra la Val Bisogno e la Val Fontanabuona raggiungiamo il Monte Bado i cui versanti settentrionali, in primavera, sono invasi dai narcisi. La ripida discesa ci porta al Colle del Bado, crocevia di diversi itinerari escursionistici e importante snodo storico. Siamo nei pressi delle sorgenti del Lentro, uno dei principali affluenti del Bisogno.
Il nostro itinerario procede verso ovest guadagnando quota sulla spalletta opposta della valle fino ad un piccolo valico chiamato "e scagge". Da qui procedendo per cresta si raggiunge, in 15 minuti, la vetta del Monte Croce dei Fò, una delle cime più suggestive e panoramiche dell'intero comprensorio del Golfo Paradiso. Tornando sui nostri passi giungiamo nuovamente al Colle del Bado. Sulla destra si stacca a mezzacosta ed in lieve discesa la strada del ritorno, segnavia tre pallini rossi disposti in linea. Questo ultimo tratto coincide anche con la "Via del Mare" (bandierina rosso-bianco-rossa con scritta VM), importante percorso escursionistico che collega Milano e Pavia con la costa ligure di Portofino e Santa Margherita.

Sori millenaria
Case Becco | Crinale Monte Uccellato | Pozzuolo | Hospitalis | Case Becco

tempo percorrenza: lh 30'
distanza: 3,89 Km
dislivello: 262 m

Il tracciato si snoda in un'area denominata "la Montagna di Fascia" di cui si hanno tracce di presenza umana fin dal neolitico ligure (circa 1000 A.C.l. Area utilizzata per le pastorizie e lo sfalcio dalle popolazioni liguri, una delle prime ad essere convertita a pascolo su tutto l'arco regionale.
Dalle case Becco, ormai in abbandono, si risale una mulattiera che porta in breve a vedere il mare attraverso un piccolo colle inciso sulla cresta. Da questo punto si svolta a destra e si percorre il crinale dei monti Uccellato, Pram e Possuolo. Il tracciato è estremamente panoramico e nelle giornate terse si possono scorgere le isole verso sud e le Alpi a occidente e a settentrione. Giunti alla stazione meteo di Arpa!, sul monte Possuolo, si scende all'omonimo passo (su asfalto), il Bocchin di Pozzuolo. Si attraversa la strada e, tenendosi leggermente a sinistra, si guadagna un'antica mulattiera ora segnalata con una bandierina bianco-rossa che reca la scritta ISC (Itinerario Storico Colombiano). Questa antica strada è stata utilizzata dai fontanini per imbarcarsi sulle navi genovesi dirette oltreoceano, ma è nata secoli prima come via Romea. Via di pellegrinaggio verso Roma. Poco più avanti, infatti, si passa affianco ai ruderi di un antico ricovero per pellegrini chiamato "hospitalis di Pozzuolo", attualmente in fase di recupero da un'associazione sorese. Proseguendo su comodo sentiero pianeggiante si chiude l'anello presso il valico di Case Becco.

Antichi mestieri
Cappelletta Alpini | S. Umberto Redentore | San Bartolomeo Rupanego | Capreno | Cappelletta Alpini

tempo percorrenza: 3h 30'
distanza: 10,2 Km
dislivello: 726 m

Un tuffo nelle attività agro-silvo-pastorali di questi luoghi, mai semplici a causa dei versanti scoscesi e sempre al cospetto delle vastità acquee, laggiù in fondo. Il carattere del ligure fonda le sue radici in questi territori!
Sul luogo di partenza, Case Cornua, sopravvive una macelleria. Esercizio commerciale che racconta di un tempo in cui la carne a Genova era sottoposta a dazio. Nascevano allora, ai confini del Comune, macellerie, per offrire prodotti dei vicini allevamenti, in particolare fontanini. fuori dalla gabella imposta da Genova. Per questa strada transitava, nei secoli scorsi, anche il pane prodotto da fornai della Valfontanabuona e diretto ai negozi di Genova.
Dalla Cappella degli Alpini si segue il segnavia due linee rosse verticali e, dirigendosi verso sud, si percorre il panoramico crinale tra la valle di Recco e quella di Sori. Siamo nella zona dei "granai" di Sori, infatti in questi ampli campi di crinale veniva coltivato grano e cereali e, nelle aree meno soleggiate o  più scoscese, si lasciava spazio ad un'altra fonte di farine: la castagna. Raggiunto la vetta di S. Uberto si devia verso destra e si scende per ripida ed evidente traccia a San Bartolomeo dove il clima più mite lascia spazio agli uliveti, tuttora utilizzati. e alle colture orticole. Poco prima di raggiungere il borgo si devìa verso destra in direzione di Case Rupanego. Raggiunta la chiesa di Capreno, in mezzo ai coltivi, il nostro sentiero, ora contrassegnato con una X rossa, si innalza nuovamente vérso Case Cornua passando progressivamente dagli uliveti ai castagneti. Famose sono, in autunno,
le castagne di Nosiglia per la grandezza del frutto. L'anello si chiude alla panoramica Cappella degli Alpini, posta alla testata della valle di Sori.

Sori mozzafiato
Sori centro | via Giordani | Canepa | Case Becco | Bocchin di Levò | Cian da Colla | Santa Croce | Sori

tempo percorrenza: 4h 20'
distanza: 12,9 Km
dislivello: 985 m

Itinerario ad anello per gli escursionisti più esigenti, ed anche più allenati. In dodici km di sviluppo si affrontano quasi mille metri di dislivello!
L'itinerario ha inizio dal centro di Sori, presso la Pro Loco. Si costeggia il torrente per circa tre km, lungo la famosa Via Giordani fino all'abitato di Lago. Punto dal quale la mulattiera, segnata con tre pallini rossi, si inerpica per uliveti fino a raggiungere il panoramico sagrato della chiesa di Canepa. Poco asfalto e sulla destra si stacca una scalinata che, ben presto, porta nei pressi del crinale e prende quota, attraversa nuovamente la comunale e seguita a salire fino alla zona di Croce. Crocevia dal quale è possibile raggiungere verso sinistra Levò e verso destra Case Cornua. Qui ci aspetta il pezzo più duro di tutta la salita, ma molto panoramico, fino a Case Becco. Nei pressi della Cappella di Case Becco si abbandona il segnavia tre pallini rossi e si svolta a sinistra. Raggiunta una piccola incisione sul crinale, ci si porta sul versante a mare dei monti Uccellato, Pram e Possuolo. Si percorre un anfiteatro naturale sulla vallata di Sori e sul Golfo Paradiso fino a raggiungere la sella denominata Cian da Cola (dal quale è possibile raggiungere Teriasca). Mantenendosi nei pressi del crinale si raggiunge il colle di Cramoexi e si riprende la breve salita per il Monte di Santa Croce. Il prato antistante la chiesa domina Pieve Ligure e tutto il Golfo da Punta Chiappa ai primi quartieri di Genova. Si scende lungo la ripida Via Crucis e raggiunta una stradina asfaltata, nei pressi di un tornante si scendono alcune scale in cemento e si percorre un bel bosco di roverelle, fino a raggiungere un cartello che indica a destra una ripida discesa per Sori. Passando nei pressi dell'impalcato autostradale si raggiunge la comunale per Teriasca e si scende a Sori.

La cornice sul Golfo
Sori | Chiesa San Rocco | Torre Saracena | Ageno | Sullagà | Sant'Uberto | Sant'Apollinare piazza | Chiesa San Rocco | Sori

tempo percorrenza: 3h 15'
distanza: 9,8 Km
dislivello: 755 m

Itinerario che si snoda tra gli uliveti e la macchia mediterranea a picco sul Golfo Paradiso. Ben riparato dai venti freddi padani e esposto al tepore del Mar Ligure. Percorso particolarmente adatto alla stagione fredda.
Dalla Stazione di Sori si attraversa l'Aurelia e si sale verso la chiesina dedicata a San Rocco. Imboccando Via Dante Alighieri si sale in mezzo ai coltivi e agli uliveti fino a raggiungere l'indicazione per la Torre Saracena, una deviazione di 200 mci porterà al cospetto di questo antico manufatto, risalente probabilmente al 1500 e utilizzato per l'avvistamento di navi pirata. Tornando indietro si segue per breve tratto il Sentiero Liguria fino al Serraglio, da dove si svolta a destra e seguendo il segnavia tre pallini rossi si raggiunge, tra ulivi e macchia mediterranea, Ageno. Lo stesso segnavia ci porta ad incrociare il sentiero proveniente da Recco e diretto a Sant'Uberto (segnavia un cerchio rosso tagliato da una riga). Con una deviazione di poco più di 300 m è possibile scendere a visitare la chiesina dell'Ascensione in territorio recchese. Ritornando a salire il nuovo segnavia ci porta dapprima ad una radura panoramica detta Sullagà (Saagaà in dialetto) poi alle pendici del M. Castellaro e infine a Sant'Uberto dove è edficata una cappella e una gigantesca statua dedicata al Redentore. Restando sempre sul crinale si scende verso sud e si raggiungono Sant'Apollinare e nuovamente la chiesina di San Rocco.

I borghi di Sori
Sori | Pieve | Teriasca | Cortina | Quasego | Levà | Canepa | Ciasi | Ponte Romanico | Mulino di Fulle | Capreno | Rupanego | Sori

tempo percorrenza: 6h 15'
distanza: 18,3 Km
dislivello: 1233 m

Itinerario di mezza valle che inanella tutti i borghi arroccati sulle alture soresi, un tuffo nella ligusticità doc!
li nostro anello inizia sul lungomare di Sori, passa dall'Oratorio di Sant'Erasmo e, seguendo il segnavia due quadrati rossi, raggiunge lo piazza di Pieve Alta. Accanto alla chiesa di Pieve una stradina asfaltata, in ripida salita, ci porta verso la località Chiappe, ma poco prima, in un tornante, si stacca una scalinata che diventa un bel sentiero, tutto nel bosco, e, a mezza costa, ci porta nella frazione di Teriasca.
Il sagrato e la Chiesa di Teriasca meritano una breve sosta. A sinistra della chiesa parte la vecchia strada pedonale che scende dolcemente verso Cortina. A questo punto si lascia sulla destra la mulattiera che scenderebbe a Sori e, mantenendosi in quota, si interseca dapprima il sentiero Sori-Torriglia per addentrarsi, poi, nella valle di Quasego. Usciti dalla valle ci si trova in corrispondenza di un metanodotto che si risale per una decina di minuti fino ad incontrare l'indicazione per Levò verso destra. Si abbandona il metanodotto e, dalla macchia, ci si addentra nel castagneto fino a raggiungere la frazione di Levò, dopo aver scavalcato un paio di ruscelli. Tra le case si stacca a destra il sentierino che scende ripido e porta in breve a Canepa. Anche in questa frazione la chiesa, il sagrato ed il panorama che da qui si può godere meritano una sosta. In questa frazione è anche possibile consumare un pasto. Dalla piazza della chiesa si trascura il segnavia tre pallini rossi e si scende una mulattiera posta dietro alla chiesa fino ad incontrare le indicazioni per Sussisa. La mulattiera si addentra nella valle fino a scavalcare, con il bel ponte romanico in pietra, il rio di Sussisa. Ci si porta sull'altra sponda e, passando sotto agli abitati di Camporotondo e Sussisa si scende a Fulle. Frazione dedita anticamente alla macinazione dei prodotti coltivati nella vallata: cereali, castagne e olive. Qui a Fulle potrete ammirare il Mulino: all'esterno vi è la ruota in ferro assemblata come la teconologia dell'epoca permetteva, ovvero senza alcuna saldatura ma soli tramite bulloni di ferro ("ci sono voluti due sacchi di bulloni", ricorda Mario Olcese, proprietario del Mulino) recuperata grazie all'aiuto di tutti gli abitanti della valle. All'interno vi è il frantoio datato al 1895 e la macina per il grano. Oggi il Mulino macina il grano per una produzione di pasta fresca per un pastificio locale. La mulattiera torna a salire per raggiungere, in breve, Capreno, immersa negli uliveti. Dalla chiesa di Capreno si guadagna una stradina, indicata con il segnavia X rossa, che ci porta dapprima a Rupanego poi in discesa fino al centro di Sori.

Da Portofino a Camogli

Difficoltà: media; Tempo di percorrenza: 6 ore

Nell’area protetta del Parco naturale di Portofino si sviluppa l’itinerario che da Portofino giunge al borgo di pescatori di Camogli

Il punto di partenza è via Fondaco dove, mantenendo la sinistra, si inizia a salire lungo la scalinata che conduce alla ricca vegetazione. Il sentiero, prevalentemente sterrato, prosegue fino a raggiungere la deviazione per la paradisiaca insenatura di Cala degli Inglesi. Dopo circa un’oretta si raggiunge l’antica base militare della II Guerra Mondiale “Base 0”, oggi punto panoramico prima della ripida discesa che arriva fino a San Fruttuoso di Camogli e la sua inconfondibile Abbazia di Capodimonte. Dalla parte opposta della spiaggetta si sale subito ripidamente tra i terrazzamenti coltivati a ulivo per poi ridiscendere sulla costa che regala panorami verso i fondali trasparenti. A Cala d’Oro si noterà l’antica torre di guardia. Poco più avanti si percorrono brevi passaggi dove occorre aggrapparsi a solide catene in acciaio e, in località Fornelli, si scorgono alcuni bunker bellici. Dopo due chilometri si arriva alla piazzetta di San Rocco; scendendo da una crêuza affiancata da casette e terrazzamenti si termina la gita a Camogli.

La seconda domenica di maggio si festeggia a Camogli la Sagra del Pesce: la padella di 4 metri di diametro frigge ben 30.000 piatti di pesce! Una sua copia è stata fabbricata in Giappone, a Yokohama.

L’Acquedotto storico di Genova

Difficoltà: facile; Tempo di percorrenza: 3 ore

Un classico per ogni genovese che si rispetti, il percorso che ruota attorno all’antico acquedotto di epoca romana presenta la peculiarità di poter essere intrapreso in diversi punti della città. Ciononostante per un tour completo, nonché in leggera discesa, è consuetudine partire dal borgo poco fuori città di Cavassolo, la prima frazione del comune di Davagna lungo il torrente Bisagno.

Si parte dal condotto riconoscibile dalla pavimentazione lastricata di pietre che lo ricopre in direzione di Genova. La realtà qui, seppur a due passi dalla città, è caratterizzata da natura verde, aria fresca e i classici muretti a secco liguri. Procedendo si incontrano numerosi pannelli esplicativi che indirizzano gli escursionisti sui diversi rii e borghi circostanti. Una volta raggiunto il Rio Torbido non si può non notare l’esile ponte medioevale che è giunto a noi sfidando nei secoli le piene del torrente. Più avanti si sovrasta il quartiere di Staglieno, celebre per il suo cimitero monumentale, fino a raggiungere piazza Manin, dove il tracciato dell’acquedotto prosegue fino a via Bertani, località dove il canale si divide in due bracci: il più antico, Castelletto, in direzione della spianata omonima, quindi verso la fontana del Molo e il secondo, Fucine, che attraversa villetta Di Negro e la centralissima Porta Soprana per terminare alla cisterna delle Grazie.

I forti Richelieu e Ratti sopra Genova

Difficoltà: media; Tempo di percorrenza: 5 ore

I forti che circondano Genova, costruiti anticamente per proteggerla dagli attachi nemici, sono un’ottima occasione per unire il piacere di una camminata nella natura urbana alla visita culturale di questi edifici in stile fiabesco.
Si parte dalla piazza della Chiesa SS. Annunziata del Chiappeto in località San Martino d’Albaro e si sale subito ripidamente lungo un’antica crêuza che, in dieci minuti, conduce alle cosiddette “grandi rocce”, punto panoramico per ammirare la vallata sottostante e il forte Richelieu, prima tappa del percorso.
Il percorso è facilmente intuibile: si sale lungo la strada sterrata fino a raggiungere la piazzola dove si “adagia” il forte. Da qui la vista è mozzafiato, Genova è ai propri piedi e nelle giornate più terse si riesce ad avvistare la costa corsa. Per raggiungere il forte Ratti, chiamato anche Monteratti, è necessario proseguire oltre il forte Richelieu in un tratto inizialmente pianeggiante e, successivamente, scollinare il monte che conduce alla sua vetta. In primavera gran parte del percorso è ricoperto da ginestre in fiore. Dal forte si ridiscende poi lungo lo stesso percorso per proseguire sino a Via Montelungo per raggiungere la chiesa di San Giorgio di Bavari.

L’anello del lago del Brugneto

Difficoltà: media; Tempo di percorrenza: 6 ore

Il lago artificiale del Brugneto si trova nell’entroterra di Genova all’interno del Parco Regionale del Monte Antola ed è l’ideale per un’escursione lungo il suo sentiero che lo costeggia per circa 13 km; i mesi autunnali sono forse i migliori per recarvisi, poiché regalano visioni e tramonti da cartolina caratterizzati dai tipici colori stagionali giallo e rosso.

Il percorso ad anello circoscrive il lago e inizia presso la diga artificiale, sulla riva destra del lago, diramandosi quindi in numerosi sentieri immersi nel bosco adiacente dove non è difficile scorgere la tipica fauna selvatica locale (ad esempio daini, cinghiali, donnole e caprioli). Il clima fresco e umido della zona ha dato vita a molti castagni e faggi, mentre ricco è il sottobosco dove abbondano la ginestra e la rosa canina. Durante la passeggiata si incontrano spesso anche zone attrezzate per un picnic o più semplicemente per un meritato riposo. Il punto di arrivo si trova sulla riva sinistra lacustre. Nelle vicinanze è ancora presente qualche antichissimo edificio, le “case celtiche”, famose per i tipici tetti di paglia e pietra.

Palestra di roccia di Rian Croeua

Difficoltà: media; Tempo di percorrenza: 6 ore

Adiacente l’hotel parte la mulattiera che scende alla palestra naturale di roccia situata in località Rian Croeua. La parete, altra 30 metri con 15 vie di salita in vari gradi di difficoltà, da 8 a 18 metri, è stata consolidata, messa in sicurezza e attrezzata e permette ai principianti e agli appassionati di avvicinarsi a questa pratica sportiva.

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